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Garlasco, il giallo si riapre: un’impronta di Andrea Sempio vicino al corpo di Chiara Poggi

L’omicidio di Chiara Poggi, dopo 18 anni, torna prepotentemente alla ribalta, scuotendo l’opinione pubblica con nuovi inquietanti sviluppi. Secondo una nuova perizia, sarebbe di Andrea Scempio, amico del fratello della vittima, l’impronta repertata nel 2007 dagli investigatori come “traccia di interesse dattiloscopico” al numero 33. Secondo gli inquirenti sarebbe questa la prova che Scempio si trovava all’interno della villetta mentre Chiara Poggi veniva uccisa. Impronta che è stata rinvenuta sul muro delle scale che conducevano nella taverna di casa Poggi ove è stato trovato il corpo esamine della vittima. Prova che va ad aggiungersi al Dna di ignoto 1 trovato sotto le unghie di Chiara.

Sempio, al momento unico indagato per il delitto di Garlasco, non si è presentato in procura a Pavia il 14 maggio, dove era stato convocato dagli inquirenti per essere interrogato nell’ambito della nuova indagine. Secondo la difesa, l’invito della Procura a norma non conteneva l’avvertenza di cui alla lettera D dell’art 357 del codice di procedura penale, per tale motivo sarebbe nullo. I legali di Sempio hanno depositato una memoria alla procura spiegando le ragioni dell’assenza del loro assistito.

Presente invece Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, convocato come testimone assistito nella nuova inchiesta. Nei giorni scorsi aveva ricevuto un invito a comparire dai pm per rendere interrogatorio nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.

Il biglietto inquietante 

Un altro elemento al vaglio degli investigatori è il ritrovamento, nella spazzatura di Andrea Sempio, di alcuni bigliettini contenenti appunti scritti dallo stesso, in cui si leggono frasi dal contenuto potenzialmente inquietante. In uno avrebbe scritto: “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”. Il messaggio, al momento oggetto di approfondimento da parte del RACIS, potrebbe offrire nuovi elementi per una valutazione psico-criminologica dell’indagato. Questi bigliettini, secondo l’accusa, sarebbero alcuni degli indizi che dimostrerebbero la sua responsabilità.

L’ossessione per Stasi

A far preoccupare gli inquirenti sarebbe il quadro psicologico di Sempio, emerso durante l’incidente probatorio a Pavia. Dalle indagini, infatti, sarebbe emerso un interesse quasi morboso nei confronti di Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima. Interesse che emergerebbe anche dagli scritti e diari sequestrati a casa dell’uomo. Inoltre, sui suoi profili social, ci sono dei post pubblicati in coincidenza con le due condanne di Stasi: quella in appello del 17 dicembre 2014 e l’altra in Cassazione il 13 dicembre 2015.

Le reazioni e le possibili conseguenze giudiziarie

La difesa di Sempio ha respinto ogni accusa definendo le nuove prove come “prive di fondamento” e l’intera ipotesi investigativa come una “costruzione suggestiva”. Tuttavia, la scoperta dell’impronta compatibile e delle tracce genetiche riaccende inevitabilmente il dibattito sulla fondatezza della condanna a carico di Stasi, e sull’eventualità di una richiesta di revisione del processo.

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