Un nuovo strumento diagnostico promette di rivoluzionare l’approccio alla malattia di Alzheimer. La Food and Drug Administration (FDA) ha dato il via libera a Lumipulse, il primo esame del sangue in grado di facilitare la diagnosi del morbo di Alzheimer.
Sebbene oggi non esista un test unico per diagnosticare l’Alzheimer, questo test rappresenta una parte importante del processo diagnostico. Attualmente, i medici utilizzano altri strumenti diagnostici più consolidati come la puntura lombare o la PET, combinati con esami neurologici, valutazioni cognitive funzionali, imaging cerebrale ecc., necessari per ottenere un’indicazione affidabile della presenza di Alzheimer.
Secondo il commissario della FDA, Martn A. Makary, l’Alzheimer oggi colpisce più del tumore al seno e alla prostata e riguarda circa il 10% della popolazione over 65. E se le previsioni dovessero essere confermate, questa cifra raddoppierà entro il 2050. Per questo è necessario predisporre strumenti in grado di offrire ai pazienti nuove possibilità di cura.
Il test Lumipulse G pTau217/ß-amiloide 1-42, prodotto dalla multinazionale di biotecnologie giapponese Fujirebio diagnostic, misura i livelli plasmatici di due proteine chiave, pTau217 e β-amiloide 1-42, associate all’insorgenza delle placche amiloidi e dei grovigli neurofibrillari di tau nel cervello. Livelli elevati di queste sostanze indicano un processo neurodegenerativo in corso.
Il test è destinato a pazienti con più di 55 anni che presentino segni o sintomi della malattia, sottoposti preventivamente a test neuropsicologici per accertare un declino cognitivo e a una scansione cerebrale per escludere la presenza di lesioni da ictus o tumore.
L’approvazione da parte della FDA segna una svolta importante nella diagnosi precoce dell’Alzheimer. Grazie a un semplice prelievo di sangue, sarà possibile ottenere informazioni fondamentali in modo più rapido e meno traumatico per il paziente. Tuttavia, come precisano gli esperti, i risultati del test devono essere sempre valutati in un contesto clinico più ampio.
“La disponibilità di questo nuovo strumento rappresenta un passo significativo verso diagnosi più semplici e tempestive”, ha dichiarato Michelle Tarver, Direttrice del Center for Devices and Radiological Health. “Negli Stati Uniti sono quasi 7 milioni le persone affette da Alzheimer, e si stima che entro pochi decenni il numero possa sfiorare i 13 milioni. Strumenti come questo possono fare la differenza, offrendo ai pazienti una possibilità in più, proprio quando le cure possono essere più efficaci”.