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NotizieTfr, pensioni e fisco: la manovra entra nel vivo

Tfr, pensioni e fisco: la manovra entra nel vivo

Come ogni estate, con il Parlamento in pausa, partiti politici e governo si muovono in vista della Legge di Bilancio. Questa volta, la partita autunnale si gioca su salari, contratti, tasse, pensioni e persino Tfr. Inoltre, il dibattito è reso più incandescente dal fatto che la costruzione della manovra 2026 corre parallela alla campagna elettorale per le regionali, offrendo alla maggioranza occasioni preziose per rafforzare il consenso.
Sul tavolo delle proposte finiscono anche le banche, già coinvolte da misure approvate lo scorso anno e con effetti che si protrarranno fino al 2026. Ma il cuore della discussione si concentra su previdenza e Tfr. Dopo il fallimento delle varie “quote”, come l’attuale Quota 103, il governo torna a studiare nuove soluzioni per favorire l’uscita anticipata da lavoro. La Lega insiste sul fronte pensionistico: promette una nuova rottamazione, il blocco dell’aumento dell’età pensionabile e un anticipo a 64 anni. Tuttavia, i dati Inps mostrano l’inefficacia degli strumenti messi in campo finora: nel 2024 le uscite anticipate sono state poco meno di 37 mila, quasi la metà rispetto all’anno precedente, soprattutto per il crollo di Quota 103 e dell’Opzione donna.
Tra le proposte discutibili c’è quella presentata dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che prevede la possibilità di andare in pensione a 64 sfruttando il Tfr accantonato durante gli anni di lavoro e rinunciando alla liquidazione. Secondo Durigon, il Tfr trasferito all’Inps potrebbe generare una rendita utile sia ad aumentare gli assegni pensionistici, sia a coprire i costi dell’assistenza a lungo termine, tema cruciale in una società che invecchia. Fratelli d’Italia non chiude la porta e rilancia: Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro, torna a proporre il “silenzio-assenso” per destinare il Tfr ai fondi pensione, insieme a un aumento della deducibilità fiscale (oggi fissata a circa 5.160 euro annui).
Dall’opposizione arriva però un avvertimento: “Il Tfr è dei lavoratori, non del governo”, ha ribadito il dem Arturo Scotto, che accusa la maggioranza di voler mettere le mani su un patrimonio privato. Intanto Forza Italia concentra le sue energie sul fronte fiscale e salariale: priorità alla riduzione dell’Irpef e alla detassazione di straordinari, premi di produzione e lavoro festivo, oltre a un incentivo fiscale sui rinnovi contrattuali.
Le scelte definitive dovranno però attendere. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, interverrà pubblicamente solo il 7 settembre a Cernobbio, mentre al Mef si aspettano i dati sulle entrate fiscali di luglio (attesi per il 5 settembre) che faranno da base per le previsioni.

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