L’amministrazione comunale di Rimini, attraverso un provvedimento emesso ieri dal Settore Sistema e Sviluppo economico, ha disposto la chiusura di tre case famiglia per anziani, una delle quali si trova nei pressi dell’ospedale e un’altra in via Flaminia. Le case famiglia, secondo il provvedimento comunale, dovranno chiudere entro quindici giorni. La decisione è stata presa dal Comune dopo gli accertamenti effettuati tra settembre e ottobre dall’Ausl Romagna, insieme al servizio per la non autosufficienza del distretto sanitario di Rimini nord.
Le ispezioni, avviate a seguito di numerose segnalazioni, hanno rilevato gravi irregolarità in tutte e tre le strutture. Le case famiglia ospitavano anziani con necessità di assistenza sanitaria continua, ma non erano autorizzate a fornire questo tipo di servizio. In particolare, 12 dei 13 ospiti presentavano condizioni di non autosufficienza gravi o moderate tali da richiedere il trasferimento in strutture socio-sanitarie accreditate, in grado di garantire cure e assistenza costante, così come previsto dalla legge regionale in materia.
Nel corso dei controlli sono state riscontrate anche altre criticità, tra cui gestione inadeguata dei farmaci, documentazione sanitaria incompleta, manutenzione carente degli ambienti e organizzazione del personale non conforme agli standard di sicurezza. Già da ottobre tutte le famiglie dei tredici ospiti sono state contattate dal comune e preallertate affinchè potessero trovare delle sistemazioni adeguate in strutture idonee.
Le strutture coinvolte appartengono alla società Aquile Solidali di Riccione, amministrata da una persona di origine sudamericana, e potranno riaprire solo dopo aver sanato le violazioni e regolarizzato la propria posizione. Nel frattempo, il Comune e i servizi sociali stanno predisponendo il trasferimento degli ospiti in strutture regolari e accreditate, assicurando loro sicurezza e assistenza adeguata. Otto degli anziani coinvolti risiedono a Rimini e sono già stati presi in carico dai servizi sociali.
Questo episodio fa emergere quanto sia fondamentale conoscere le differenze tra case famiglia e case residenza per anziani (Cra) prima di scegliere dove far ricoverare i propri cari.
- Le case famiglia sono strutture progettate per ospitare fino a sei persone (minori, disabili, anziani) autosufficienti o con lievi difficoltà motorie. Il loro obiettivo è quello di creare un ambiente caldo e protetto, che rispetti le esigenze individuali dei singoli ospiti Non possono fornire assistenza sanitaria continua e sono pensate per un ambiente familiare, con supporto minimo da parte del personale.
- Le case residenza per anziani (Cra) o RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) sono, invece, strutture accreditate e autorizzate a fornire assistenza sanitaria continuativa, personale qualificato e supporto costante a persone non autosufficienti o con patologie croniche. Devono rispettare standard rigorosi di sicurezza, organizzazione e gestione dei farmaci. Nelle Cra è assicurata l’assistenza del medico, dell’infermiere, del fisioterapista, dell’operatore socio-sanitario ecc. Per l’accesso a queste strutture è prevista una preliminare valutazione dell’unità di valutazione geriatrica territoriale, composta da un geriatra, un infermiere professionale e un assistente sociale.
Non è la prima volta che episodi simili avvengono in Riviera. Nel 2021, due strutture della stessa società a Riccione furono chiuse dai carabinieri del NAS di Bologna per gravi irregolarità. Anche a Santarcangelo si era verificata una situazione analoga, sebbene lì i gestori fossero riusciti a ottenere la riapertura dopo una battaglia legale.



