Il 3 dicembre torna la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per ricordare che la dignità, i diritti e la partecipazione delle persone con disabilità non possono essere messi da parte. Ogni anno questa giornata diventa uno specchio, ci mostra cosa abbiamo fatto finora ma riflette anche le ombre di ciò che non funziona, dagli ambienti educativi al mondo del lavoro, fino all’accessibilità dei servizi.
Per il 2025 il tema scelto “Promuovere società inclusive per le persone con disabilità per favorire il progresso sociale” nasce dagli esisti della Seconda Conferenza mondiale sullo Sviluppo sociale tenutasi a Doha. Una dichiarazione che fa il punto su barriere che, nonostante anni di politiche, continuano a frenare autonomia e partecipazione: disuguaglianze economiche, difficoltà a trovare un lavoro dignitoso, salari non adeguati. Migliaia di persone oggi chiedono non privilegi ma pari opportunità.
In occasione di questa giornata è intervenuto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadendo il principio fondamentale secondo cui le persone con disabilità devono essere riconosciute a pieno titolo come membri attivi della comunità. Il Capo dello Stato ha, inoltre, sottolineato che la Costituzione tutela i diritti di tutti senza eccezioni, ricordando come l’uguaglianza sia un principio fondamentale della convivenza civile.
Mattarella ha messo in evidenza il fatto che le discriminazioni siano ancora presenti in ogni ambito della vita: strade, città, scuole, famiglie, uffici pubblici e luoghi di lavoro. Pregiudizi e stereotipi limitano la partecipazione piena alla vita sociale e impediscono di valorizzare i talenti delle persone con disabilità. Le famiglie, secondo Mattarella, affrontano sfide complesse, dai ritardi burocratici ai dinieghi, e le procedure complicate aggravano gli oneri economici, organizzativi ed emotivi, esponendo talvolta i soggetti a maltrattamenti.
L’inclusione delle persone con disabilità va ben oltre la semplice rimozione di barriere architettoniche o l’adeguamento dei servizi pubblici e privati. Significa agire su più livelli contemporaneamente: trasformare mentalità e pregiudizi radicati nella società, rivedere le pratiche istituzionali affinché siano realmente accessibili e attente ai bisogni di tutti, e implementare politiche pubbliche efficaci che permettano a ciascun individuo di partecipare pienamente alla vita collettiva. Non si tratta quindi di una questione meramente tecnica o amministrativa, ma di un vero e proprio cambiamento culturale, che richiede consapevolezza, educazione e responsabilità condivisa.



