Vladimir Putin ha alzato sensibilmente l’asticella dello scontro verbale con l’Europa, definendo il Vecchio Continente “porcellini approfittatori”. Il Presidente russo, durante una riunione al ministero della Difesa, ha attaccato duramente i Paesi europei, accusandoli di aver seguito la linea di Joe Biden, convinti che la Russia fosse destinata a crollare e sperando di trarne un tornaconto. Secondo lo zar russo, Bruxelles starebbe ostacolando il percorso di pace favorito, invece, da Donald Trump e orientato a una linea più pragmatica.
Di diverso avviso sarebbe il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il quale sostiene che la Russia stia predisponendo le condizioni per proseguire il conflitto anche nel prossimo anno, schierando circa 710.000 militari volti a sostenere nuove offensive. Per il presidente ucraino questi segnali dovrebbero allertare anche i Paesi Europei. Zelensky ha, inoltre, parlato di un tentativo deliberato di annientare il Paese e la sua popolazione, legittimando l’occupazione dei territori.
In merito ai negoziati di pace, il Cremlino ha rappresentato che attualmente non è prevista una visita a Mosca dell’inviato statunitense, Steve Witkoff, dal momento che si attendono aggiornamenti da Washington sugli esiti dei colloqui con Ucraina ed europei. Mosca spera in un dialogo con l’Europa ma ad oggi si dice poco fiduciosa sul contributo del Vecchio Continente al processo negoziale, ritenuto poco incoraggiante.
Pesanti le accuse del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ai governi europei, accusati di voler spingere l’amministrazione Trump ad allinearsi alla linea dell’Unione, con l’unico obiettivo di impedire una guerra che la stessa Europa ha provocato per poter piegare la Russia. Putin ha ribadito che, in assenza di un confronto concreto, Mosca perseguirà i propri obiettivi con strumenti militari, rivendicando il controllo dei territori che considera storicamente russi, inclusa la Crimea.



