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PatologieSindrome ipocinetica e decadimento funzionale: quando l’immobilità diventa una malattia

Sindrome ipocinetica e decadimento funzionale: quando l’immobilità diventa una malattia

Trascorrere il proprio tempo su un divano o su una poltrona, per quanto possa essere un’attività rilassante e riposante, può alla lunga avere effetti negativi sul nostro corpo, compromettendo in modo significativo ossa, muscoli e articolazioni. Con l’avanzare dell’età è normale che ci sia una riduzione dell’attività fisica dovuta ad un rallentamento del nostro corpo. Esiste una condizione, molto spesso sottovalutata, che trasforma la sedentarietà in una vera e propria patologia, la sindrome ipocinetica (o sindrome da immobilizzazione). Questa condizione può riguardare non solo le persone allettate da gravi patologie ma anche soggetti che, pur non essendo affetti da gravi patologie, azzerano ogni movimento andando incontro a seri problemi.

Che cos’è la sindrome ipocinetica

La sindrome ipocinetica non è una malattia in sé, ma una condizione secondaria a uno stato di immobilità forzata o autoindotta. Si verifica quando i movimenti non sono ampi come dovrebbero essere normalmente. Di solito sorge nelle persone anziane a seguito di altre patologie che lo costringono a letto come un ricovero ospedaliero, una frattura, una malattia acuta o anche per semplice paura di cadere. La riduzione dell’attività muscolare può portare di conseguenza a una serie di problemi di salute quali:

  • Sarcopenia, ossia la perdita di massa muscolare;
  • Riduzione densità ossea;
  • Riduzione circolazione sanguigna;
  • Piaghe da decubito, a causa della permanenza prolungata a letto;
  • Disturbi intestinali e urinari, come stipsi e incontinenza;
  • Declino cognitivo, dovuto all’isolamento sociale e aumento della depressione.

Il rischio del “non fare”

Secondo un report della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT), circa il 30% delle persone anziane ricoverate per patologie gravi, sviluppa un peggioramento funzionale durante il periodo di degenza, indipendentemente dalla patologia che ha causato il ricovero. Questo declino si traduce spesso in una perdita della capacità di compiere gesti quotidiani: vestirsi, lavarsi, camminare.

Come affrontare la sindrome ipocinetica: strategie riabilitative

Dopo un periodo di immobilità, recuperare mobilità e autonomia non è mai semplice, soprattutto quando si parla di sindrome ipocinetica. Per farlo, è fondamentale seguire un percorso fisioterapico ben strutturato, cucito su misura per la persona, che tenga conto del suo stato di salute, delle sue abitudini e delle sue possibilità.

La riabilitazione spesso richiede il contributo sinergico di più professionisti– fisioterapisti, medici, terapisti occupazionali, nutrizionisti – nonché la partecipazione attiva e costante del paziente.

Con la riabilitazione si cerca di aiutare il corpo a ritrovare il movimento, rafforzare i muscoli e ridurre il rischio di ulteriori complicazioni. Tra gli interventi più efficaci troviamo:

  • Movimenti dolci per le articolazioni, come esercizi di mobilizzazione e stretching, ideali per prevenire irrigidimenti e mantenere elasticità.
  • Attività di rinforzo muscolare leggere, pensate per stimolare la muscolatura senza sovraccaricarla, migliorando gradualmente forza e resistenza.
  • Camminate brevi e regolari, un’attività aerobica semplice ma potente, utile a migliorare la respirazione, la circolazione e il benessere generale.
  • Terapie riabilitative personalizzate, come fisioterapia e terapia occupazionale, che insegnano a recuperare i gesti quotidiani e a muoversi in sicurezza.
  • Un’alimentazione sana e bilanciata, che supporti l’organismo durante il percorso di recupero, fornendo energia e nutrienti essenziali.

Ricominciare a muoversi è una sfida, ma anche una possibilità concreta di migliorare la qualità della vita. Con il giusto supporto e tanta costanza, anche chi ha vissuto un lungo periodo di inattività può ritrovare il proprio equilibrio.

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