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NotizieDolore al petto: può dipendere dallo stomaco e non dal cuore?

Dolore al petto: può dipendere dallo stomaco e non dal cuore?

Quando si avverte un dolore al petto, la prima cosa che si fa è pensare al cuore. Ma non è detto che sia sempre così. In molti casi, infatti, la causa si può trovare altrove, in particolare nell’apparato digerente. Non è insolito, infatti, che alcuni disturbi gastrici ed esofagei possano dare sintomi simili a quelli cardiaci, rendendo difficile distinguerli senza una valutazione medica.

L’esofago, il canale che porta il cibo dalla bocca allo stomaco, è spesso tra gli organi maggiormente coinvolti. Il dolore esofageo si percepisce al centro del torace, può estendersi dall’alto dell’addome fino alla gola e talvolta irradiarsi ai lati del petto. Non è raro che, quando il fastidio si localizza sul lato sinistro, venga confuso con un problema cardiaco come l’angina o addirittura un infarto.

Per questo motivo, davanti a un dolore toracico, è sempre importante chiarirne l’origine: rivolgersi a uno specialista può aiutare a capire se si tratta di un disturbo digestivo o di una condizione più seria a carico del cuore.

I disturbi digestivi che possono dare dolore al petto

Uno dei disturbi più comuni è la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD). In questa patologia, gli acidi dello stomaco risalgono nell’esofago, superando la barriera naturale che dovrebbe separarli. Il risultato è un’infiammazione dolorosa, con sintomi che vanno dal classico bruciore di stomaco a una sensazione di pressione o bruciore al centro del petto, fino al rigurgito acido che può lasciare un sapore amaro in bocca e irritare la gola. Nei casi più gravi il reflusso può danneggiare l’esofago causando erosioni, ulcerazioni e perfino restringimenti che rendono difficile deglutire.

Patologie più serie da non trascurare

Non va dimenticato che anche malattie più gravi possono manifestarsi con dolore toracico. Il cancro esofageo o quello allo stomaco, ad esempio, possono ostacolare il passaggio del cibo e provocare dolore. In questi casi, la difficoltà a deglutire tende a peggiorare progressivamente: inizialmente con cibi solidi, fino ad arrivare persino all’acqua.

Esistono poi i cosiddetti disturbi della motilità esofagea, come lo “spasmo esofageo diffuso” o l’“esofago a schiaccianoci”, in cui i muscoli dell’esofago si contraggono in modo anomalo, rendendo la deglutizione dolorosa. L’acalasia, più rara, è invece un difetto di rilassamento dei muscoli esofagei che impedisce il normale passaggio del cibo.

In casi molto rari, possono comparire anche anomalie congenite come gli anelli o le membrane esofagee, oppure la sindrome di Plummer-Vinson, che associa difficoltà a deglutire, anemia e la presenza di membrane nell’esofago.

Altre possibili cause

Anche alcuni farmaci possono essere responsabili di dolore toracico gastrico. L’aspirina e i FANS, ad esempio, sono noti per irritare la mucosa dello stomaco e dell’esofago. Altri farmaci, se non deglutiti correttamente o assunti senza acqua a sufficienza, possono rimanere incastrati nell’esofago e provocare vere e proprie ulcere. Tra le altre possibili cause lo stress e una dieta ricca di cibi piccanti, grassi o acidi che possono aumentare la produzione di acidi nello stomaco peggiorando un’eventuale gastrite.

Quando rivolgersi al medico

È bene ricordare una regola fondamentale: un dolore al petto forte, improvviso o persistente va sempre valutato con urgenza, perché potrebbe nascondere un problema cardiaco.

Se invece il dolore è lieve, compare dopo i pasti e tende a migliorare con un antiacido, è più probabile che sia legato a un disturbo gastrico. Tuttavia, se i sintomi non passano o peggiorano, è opportuno consultare uno specialista per una diagnosi accurata.

Gli strumenti oggi a disposizione sono numerosi: dall’endoscopia, che permette di osservare direttamente l’esofago e lo stomaco, alle indagini più sofisticate che misurano pressione e reflusso acido nell’esofago per individuare eventuali disturbi della motilità.

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