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L’importanza di un programma di allenamento multimodale come contromisura al decadimento funzionale nell’anziano

Sin dalla nascita il nostro corpo subisce una serie di modifiche e adattamenti di varia natura, sia interni che esterni, che lo prepareranno ad affrontare le varie fasce d’età. In special modo, nell’anzianità possiamo osservare delle modificazioni di alcuni dei principali sistemi fisiologici come il sistema nervoso centrale (SNC), il sistema cardiorespiratorio, il sistema linfatico e l’apparato locomotore.

A livello fisiologico, nello specifico, ci sarà un decremento della sintesi proteica, dell’acqua intra ed extra cellulare, un’alterazione dei recettori di membrana e della trasmissione delle informazioni sul movimento, eventualmente alterazioni della circolazione e di conseguenza una riduzione del metabolismo energetico. Tutto questo porterà, per la parte motoria, a variazioni nella locomozione e nei movimenti comportando squilibri e difficoltà coordinative e a volte a traumi o cadute. Per questo è di fondamentale importanza mantenere il sistema “corpo” il più efficiente possibile evitando o ritardando questi processi e quindi migliorando la qualità della vita.

La sarcopenia si traduce come riduzione della massa e dimensione del muscolo scheletrico ed è un fattore da non sottovalutare ed è per questo motivo che l’allenamento della forza e della potenza muscolare sono un ottimo alleato per combattere l’invecchiamento del sistema neuromuscolare e quindi del decadimento fisico.

Si è visto che l’allenamento effettuato in più modi (multimodale), lavoro in palestra, in acqua e anche con l’uso di alcuni strumenti specifici come le pedane vibranti, va a contribuire sull’integrità dei vari sistemi.

Il lavoro aerobico e di forza vanno a contribuire sul corretto funzionamento del Sistema Nervoso Centrale e muscolare.

Proporre un lavoro mirato che sfrutti strumenti quali pesetti, elastici o altri piccoli attrezzi è di stimolo al muscolo e anche le modalità di lavoro faranno la loro differenza sul condizionamento muscolare e nervoso. Infatti questi sono alcuni degli adattamenti neurali che si riscontrano:

  • maggior reclutamento delle unità motorie e una maggior frequenza di scarica delle stesse che si traduce con muscoli piu’ forti e più reattivi
  • miglioramento della coordinazione tra i muscoli agonisti-sinergici e quindi miglioramento del controllo posturale e del benessere
  • diminuzione della coattivazione dell’agonista-antagonista con conseguente rischio inferiore di stiramenti e contratture

Il lavoro in acqua è un toccasana per fisico e mente. Gli effetti sul fisico si proiettano anche sulla mente trasmettendo agli anziani maggior serenità mentale e lucidità. L’acqua aiuta a superare la paura di cadere e la conseguente perdita di indipendenza. La resistenza dell’acqua, invece, permette agli anziani di rilevare e correggere con più tempo gli errori posturali che possono portare a cadute e quindi a contribuire al miglioramento dei limiti del loro equilibrio dell’apparato vestibolare. Il punto di forza di questa attività è l’enorme aiuto dell’acqua nel ridurre il peso corporeo e, di conseguenza, semplificare anche i movimenti che altrimenti risulterebbero difficili o addirittura dolorosi. Per questo motivo, la ginnastica in acqua è un’ottima soluzione anche per riabilitare un anziano dopo un infortunio o un periodo di fermo. Come per la ginnastica in palestra, anche in piscina si possono proporre varietà di esercizi come sollevamento delle braccia o degli arti inferiori, uso dei pesetti, slanci delle gambe, esercizi a bordo vasca di forza specifica ecc.

L’allenamento con pedane vibranti o con superfici stimolanti va a contribuire sulla propriocettività cutanea. Al di sopra dei 40 anni i neuroni vestibolari iniziano a diminuire in numero e dimensioni, al contempo aumenta la soglia percettiva contribuendo a varie alterazioni incluso equilibrio e capogiri. Il riflesso vibratorio quindi tende ad affievolirsi con il passare dell’età di conseguenza la pedana ci mette in condizione di recuperare in brevissimo tempo una funzione che non è scomparsa ma semplicemente si è solo un poco “assopita”. Avere un buon controllo dell’equilibrio ci permette di prevenire in modo drastico le cadute evitando di ritrovarsi in una brutta condizione come ad esempio la frattura del collo femore.

Per concludere, fare movimento fisico deve essere, prima di tutto, un piacere. Di conseguenza, prima di coinvolgere un anziano in questo tipo di attività è bene che lui sia entusiasta della scelta, che si senta a suo agio e che abbia compreso i benefici dell’attività. dargli modo di socializzare e condividere il tempo e il lavoro con chi già svolge questa attività e fargli notare nel tempo in modo tangibile quelli che saranno i miglioramenti.

Dott. Michele Tonon

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