Secondo quanto riportato dalla NBC, l’Iran avrebbe lanciato un avvertimento chiaro al presidente americano già diversi giorni prima dell’attacco statunitense contro i suoi siti nucleari. Fonti interne rivelano che Teheran avrebbe fatto sapere al presidente Trump la possibilità di attivare cellule dormienti pronte a colpire sul territorio americano, nel caso in cui gli Usa avessero bombardato i propri siti nucleari.
La comunicazione sarebbe stata fatta la scorsa settimana durante il vertice G7 in Canada, evento che ha visto il presidente americano andar via in anticipo, proprio a causa dell’escalation con Teheran. L’offensiva americana è avvenuta domenica mattina, con i bombardamenti mirati agli impianti nucleari di Natanz, Isfahan e Fordow, dove gli iraniani hanno un impianto di arricchimento dell’uranio sepolto a circa 80 metri sotto una montagna.
Dopo settimane di incertezze sull’eventuale coinvolgimento diretto degli Usa nel conflitto tra Israele e Iran, il presidente americano ha rotto gli indugi e ordinato un’azione militare.
Contattati dalla NBC, né la casa Bianca né la missione diplomatica iraniana alle nazioni unite hanno rilasciato delle dichiarazioni ufficiali. Vengono citati come fonti due funzionari statunitensi e un terzo soggetto informato direttamente sulla minaccia.
Il vicepresidente JD Vance, nel corso del programma “Meet the Press” avrebbe dichiarato che l’amministrazione sta monitorando con la massima attenzione i potenziali rischi per la sicurezza interna.
Il rapporto, citando un diplomatico europeo, afferma, inoltre, che l’Iran sarebbe in grado di colpire obiettivi americani ed europei anche al di fuori dei confini statunitensi e oltre il Medio Oriente.