In un’Italia sempre più vecchia, con una popolazione over 65 in costante crescita, il sistema sanitario si trova ad affrontare sfide sempre più complesse. I bisogni assistenziali delle persone anziane, spesso affette da patologie croniche, disabilità o fragilità, richiedono risposte tempestive, competenti e umane. In questo contesto si inserisce una nuova figura professionale: l’Assistente infermiere. Una nuova figura destinata a diventare fondamentale nella presa in carico delle persone anziane dal momento che sarà operativa non solo in ospedale ma anche a domicilio, nelle strutture residenziali e nei servizi territoriali.
Cosa fa, concretamente, un assistente infermiere?
L’assistente infermiere è un operatore sanitario a tutti gli effetti che collabora direttamente gli infermieri in determinati compiti. Le sue competenze si rivolgono in particolare a persone adulte con problemi di salute cronici, condizioni acute stabilizzate, disabilità, disturbi di salute mentale ecc.. Il suo compito è quello di fornire un’assistenza di base quotidiana, sempre sotto la supervisione dell’infermiere, e contribuire alla relazione di cura, che per l’anziano è tanto importante quanto la terapia medica. Tra le attività previste rientrano il monitoraggio dei parametri vitali, il primo soccorso, il supporto nella somministrazione delle terapie e l’organizzazione dell’assistenza quotidiana. Questa figura intermedia, consentirà agli infermieri di concentrarsi su interventi più complessi, migliorando così la qualità dell’assistenza sanitaria.
Un nuovo modello di cura centrato sulla persona
Con l’introduzione dell’Assistente infermiere si prevede un miglioramento nella continuità assistenziale e un alleggerimento del carico di lavoro degli infermieri. Questo consente di rispondere in modo più efficace ai bisogni delle persone anziane, che spesso hanno necessità non solo cliniche ma anche relazionali ed emotive. È una figura che rassicura, ascolta, accompagna. E lo fa con competenze specifiche acquisite attraverso un percorso formativo professionalizzante, che unisce teoria, pratica e tirocinio sul campo. In molte situazioni, come ad esempio nei reparti di geriatria o nelle RSA, l’Assistente infermiere diventa un punto di riferimento costante, in grado di intercettare segnali precoci di malessere, favorire l’aderenza ai trattamenti, migliorare la quotidianità del paziente e alleggerire il carico di lavoro degli altri operatori.
Una risposta alla carenza di personale
L’introduzione di questa nuova figura professionale punta a rispondere a una duplice esigenza: da un alto far fronte alla crescente carenza di infermieri, dall’altro rendere omogenei e rafforzare i percorsi formativi per le figure di supporto all’assistenza. Inoltre, l’aumento delle patologie cronico-degenerative, unito all’allungamento dell’aspettativa di vita, impone con sempre maggiore urgenza la necessità di individuare soluzioni concrete, efficaci e sostenibili.