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PatologieDemenza senile

Demenza senile

Si parla di demenza quando si verifica un calo di memoria e di almeno un’altra capacità cognitiva che porta al peggioramento della funzionalità sociale o occupazionale. Ci sono oltre 100 cause di demenza, tra cui la malattia di Alzheimer è la più comune. La malattia di Alzheimer comporta la distruzione delle cellule cerebrali e nella fase iniziale è caratterizzata dalla perdita di memoria a breve termine, difficoltà nella ricerca delle parole e cambiamenti della personalità. Al progredire della malattia, si assiste alla perdita graduale delle abilità funzionali e della memoria a lungo termine, come pure alla diminuzione della capacità di leggere, di elaborare pensieri e comunicare.[i],

Diffusione

Attualmente si stima che 18 milioni di persone in tutto il mondo siano affette da demenza – una cifra che dovrebbe quasi raddoppiare toccando i 34 milioni entro il 2025. 1 La probabilità di sviluppare una qualsiasi forma di demenza aumenta con l’età, passando da una persona su 1.000 con meno di 65 anni a 20 su mille nella popolazione di ultrasessantacinquenni e oltre. Gli ottantenni o ultraottantenni hanno una possibilità su cinque di sviluppare la malattia, e per gli ottantacinquenni ed oltre il margine si restringe ulteriormente a uno su tre.

Nei prossimi 30-40 anni, ci si attende che la diffusione globale della malattia di Alzheimer triplichi[iii] per effetto dell’aumento del numero delle persone anziane. Questa tendenza all’invecchiamento è più evidente in Europa: entro il 2050 si prevede che questo continente avrà 7 delle 10 nazioni più anziane del mondo. Si stima che il 35% della popolazione europea sarà ultrasessantenne entro il 2050, a confronto del 20% dell’anno 2000 [iv]. Attualmente nelle 5 maggiori nazioni europee (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito) oltre 6 milioni di persone sono affette da malattia di Alzheimer: quasi la metà dei casi rimane senza diagnosi.

La malattia di Alzheimer è più diffusa tra la donne, anche perché costituiscono la parte più ampia della popolazione anziana: tra i 65 e i 79 anni ci sono tre donne per ogni due uomini. Questa proporzione aumenta per ogni decennio: per ogni maschio ultraottantenne ci sono più di due donne. [v] In più, le donne sono quelle che più spesso si prendono cura di persone affette dalla malattia di Alzheimer: come emerge da un’indagine, le donne rappresentano il 77% dei caregiver. [vi]

Impatto sulla famiglia/sui caregiver

L’impatto psicologico, emotivo, sociale ed economico della malattia sulle famiglie e su quanti vivono con un malato di Alzheimer è enorme. Famiglie e amici di persone affette da malattia di Alzheimer sopportano pesi psicologici e finanziari, e i caregiver stessi sono ad alto rischio di incorrere in problemi fisici e di salute mentale. 5 Tra i caregiver recentemente intervistati in Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Australia, il 77% pensa che assistere una persona affetta da malattia di Alzheimer sia “faticoso”, il 66% pensa che sia “impegnativo” e il 57% lo considera “deprimente” a causa dei sacrifici richiesti. Il 75% dei caregiver rivela di non essere più in grado di avere una vita sociale, il 63% dice di non avere più la possibilità di prendersi periodi di vacanza. 6

Lo stesso studio ha rilevato che l’80% delle persone affette da malattia di Alzheimer vengono curate a casa e la maggioranza riceve assistenza da familiari o amici. 6 Spesso viene intrapresa l’assistenza domestica nel tentativo di continuare a mantenere autonome le persone affette da demenza e ritardare così il ricovero il più a lungo possibile. In Europa risultano parecchie le ragioni alla base della scelta dell’assistenza domiciliare: un numero limitato di ospizi, alti costi per le strutture di lunga degenza e una preferenza di tipo etico-culturale nel mantenere a casa i genitori anziani con le loro famiglie.

Impatto economico

Con oltre 6 milioni di casi di malattia di Alzheimer, le cinque maggiori nazioni europee sostengono un peso economico grande e crescente. Per esempio nel Regno Unito i costi totali diretti della malattia di Alzheimer sono stati stimati annualmente tra i 7.06 miliardi e i 14.93 miliardi di sterline. [vii] Si tratta di una malattia relativamente dispendiosa in termini di costo economico, se confrontata con l’infarto, le malattie cardiache e il cancro.

Una stima dei costi della malattia di Alzheimer non può prescindere, inoltre, dalla valutazione dei costi indiretti (principalmente il valore del tempo attivo perso dai pazienti e dai caregiver e il valore delle vite perse prematuramente). 7 È spesso difficile per i caregiver quantificare il tempo occupato nell’assistere il loro caro, lontano dalle loro attività, ed è difficile quantificare un costo per la valutazione di questo tempo. [viii]

Fattori di rischio

Mentre le cause precise della malattia di Alzheimer sono sconosciute, i fattori di rischio studiati comprendono: l’età, il sesso, l’educazione, i traumi cranici, il fumo, l’alta pressione sanguigna e l’ipercolesterolemia. [ix]

Sintomi, diagnosi e progresso della malattia

La malattia di Alzheimer è una patologia progressiva che solitamente inizia con dei leggeri vuoti di memoria e si conclude con gravi perdite cognitive e funzionali nonché una significativa atrofia cerebrale. Il tasso di progressione della malattia può essere diverso: le persone affette da malattia di Alzheimer vivono in media otto anni dopo la prima comparsa dei sintomi, ma la durata della malattia può oscillare tra tre e vent’anni. [x]

La malattia di Alzheimer inizia lentamente. Il primo sintomo più comune può essere un leggero senso di perdita di memoria. In questa fase l’individuo può presentare difficoltà nel ricordare eventi recenti o i nomi delle persone o cose familiari, o può ripetere le stesse domande durante le conversazioni. Si assiste al calo delle capacità di esercitare abilità funzionali o sociali complesse come ad esempio pagare i conti o gestire le finanze o programmare una cena per gli ospiti. Chi è affetto da Alzheimer allo stadio medio può dimenticare come svolgere semplici compiti, come ad esempio lavarsi i denti o pettinarsi. Non riesce più a pensare con chiarezza. Inizia ad avere problemi a vestirsi in modo adeguato senza essere controllato, a ricordare il nome della propria moglie o del caregiver principale, a curare l’igiene personale. Mentre la malattia progredisce, può perdere la capacità di parlare in modo chiaro, necessita di essere aiutato a mangiare e a lavarsi e perde la capacità di camminare senza essere sostenuto. [xi] In ogni caso può rendersi necessaria un’assistenza totale. [xii]

Attualmente non esiste alcun test per diagnosticare la malattia di Alzheimer. Comunque una diagnosi clinica accurata al 90% può essere formulata attraverso una storia clinica, ricostruita completa con l’aiuto di un parente o un amico stretto, insieme a un esame fisico e mentale approfondito.

Terapia

Sebbene non ci sia una cura per la malattia di Alzheimer, è possibile aiutare i pazienti a gestire i sintomi della malattia. I farmaci prescrivibili a disposizione dei medici comprendono gli inibitori della colinesterasi [xiii] e un antagonista del recettore per il N-metil-D-aspartato (NMDA). [xiv] Questi composti consentono di migliorare, stabilizzare o rallentare il calo dei sintomi cognitivi, funzionali o comportamentali della malattia. L’individuazione, la diagnosi e la cura tempestiva della malattia di Alzheimer è una priorità nel mantenimento di livelli di prestazione più elevati e duraturi. [xv], [xvi]

È anche possibile aiutare le persone affette da malattia di Alzheimer e i loro caregiver in altri modi, attraverso la consulenza, l’assistenza personalizzata per il singolo paziente e training per i caregiver. Infine, il sostegno offerto dalle associazioni per l’Alzheimer può aiutare a mobilitare le famiglie provate da questa malattia.

Bibliografia

[i] Alzheimer’s Disease International. Media Quick Facts. Available at http://www.alz.co.uk/media/dementia.html. Accessed June 9, 2004.

[ii]Alzheimer’s Disease International. Available at http://www.alz.co.uk/alzheimers/alzheimers.html. Accessed June 9, 2004.

[iii] Datamonitor. Drugs of Tomorrow: Alzheimer’s Disease – Ebixa to Expand Billion Dollar Market. Available at www.datamonitor.com. Accessed June 9, 2004.

[iv] Population Division of the Department of Economic and Social Affairs of the United Nations Secretariat, World Population Prospects: The 2002 Revision and World Urbanization Prospects: The 2001 Revision
[v] Dementia Care: Challenges for an Ageing Europe. Available on www.eurohealth.ie. Accessed June 7, 2004.

[vi] Wilkinson D, et. al. The Role of General Practitioners in the Diagnosis and Treatment of Alzheimer’s Disease: A Multinational Survey. The Journal of International Medical Research. 2004; 32:149-159.

[vii] Lowin A, Knapp M and McCrone P. Alzheimer’s Disease in the UK: Comparative Evidence on Cost of Illness and Volume of Health Services Research Funding. Intl J of Geriatr Psychiatry. 2001; 16:1143-1148.

[viii] McDaid D. Estimating the Costs of Informal Care for People with Alzheimer’s Disease: Methodological and Practical Challenges. Intl J of Geriatr Psychiatry. 2001; 16:400-405.

[ix] Petersen R, ed. Mayo Clinic on Alzheimer’s Disease. Rochester, Minn. Mayo Clinic Health Information. 2002.

[x] Alzheimer’s Disease Fact Sheet. Available at http://www.alz.org/Resources/FactSheets.asp. Accessed June 7, 2004.

[xi] Alzheimer’s Association. Stages of Alzheimer’s Disease. Available at http://www.alz.org/AboutAD/Stages.asp. Accessed on June 7, 2004.

[xii] Alzheimer’s Disease Education and Referral Center. About Alzheimer’s Disease. Available at http://www.alzheimers.org/symptoms.htm. Accessed on June 7, 2004.

[xiii] Alzheimer’s Disease International. Facts: About FDA-approved cholinesterase inhibitors. Available at www.alzheimer’s.org.uk. Accessed June 7, 2004.

[xiv] Alzheimer’s Disease International. Facts: About Memantine. Available at www.alzheimer’s.org.uk. Accessed June 7, 2004.

[xv] Trinh N, Hoblyn J, Mohanty S, Yaffe K. Efficacy of Cholinesterase Inhibitors in the Treatment of Neuropsychiatric Symptoms and Functional Impairment in Alzheimer Disease. JAMA. 2003;289:210-216.

[xvi] Chang CY, Silverman DH. Accuracy of Early Diagnosis and Its Impact on the Management and Course of Alzheimer’s Disease. Expert Rev Mol Diagn. 2004 Jan;4(1):63-69.

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