Nella notte Israele ha lanciato un’offensiva militare su larga scala contro l’Iran, utilizzando una base segreta nei pressi di Teheran realizzata dal Mossad. A riferirlo sono diversi media internazionali. L’operazione, denominata “Rising Lion”, è scattata alle 2 del mattino di venerdì 13 giugno e ha preso di mira siti nucleari e militari, danneggiano il sito di Nataz e uccidendo almeno sei scienziati e decapitando i vertici della difesa iraniana. Secondo l’esercito israeliano, circa 200 caccia hanno sganciato circa 300 bombe su obiettivi sensibili iraniani. Alcuni attacchi hanno colpito anche zone residenziali della capitale Teheran.
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’attacco era diretto contro il programma nucleare iraniano, nonché contro le strutture militari e la produzione missilistica dell’Iran. “Abbiamo colpito al cuore del programma di arricchimento nucleare dell’Iran”, ha dichiarato Netanyahu in un discorso televisivo registrato. “Abbiamo preso di mira il principale impianto di arricchimento iraniano a Natanz. Abbiamo colpito i principali scienziati nucleari iraniani che lavorano alla bomba iraniana. Abbiamo colpito il cuore del programma missilistico balistico dell’Iran”, ha sottolineato.
La risposta di Teheran
La risposta della Repubblica islamica non si è fatta attendere. Circa un centinaio di droni sono stati lanciati verso Israele che ha attivato tutti i sistemi di difesa aerea per far fronte all’incursione.
L’azione iraniana giunge dopo le minacce esplicite rivolte da Teheran nei giorni scorsi: la Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, aveva infatti avvertito Israele che avrebbe dovuto prepararsi a “punizioni severe” in risposta agli attacchi subiti.
Nel frattempo, fonti della televisione di stato iraniana hanno confermato che l’attacco israeliano ha provocato la morte di figure di spicco dell’apparato militare e scientifico dell’Iran. Tra le vittime figurano il capo di stato maggiore delle forze armate, Mohammed Bagheri, e il comandante della Guardia Rivoluzionaria, Maggiore Generale Hussein Salami.