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NotizieAlzheimer, una scelta dolorosa

Alzheimer, una scelta dolorosa

Quando la malattia di un genitore è tale da porci di fronte a un bivio, come nel caso dell’Alzheimer, decidere se accudirlo a casa o portarlo in una RSA non è mai una decisione facile da prendere.

Ci sono persone che spendono la loro vita ad accudire i propri cari nella loro abitazione e altre, invece, che per vari motivi non ci riescono, e per questo sono affranti dai sensi di colpa.

È difficile accettare che il proprio genitore, se pur fisicamente presente, ‘non ci sia più’. Con l’Alzheimer, improvvisamente, ci si trova di fronte a un estraneo con le sembianze di nostro padre o di nostra madre. La malattia pian piano, ma inesorabilmente, distrugge la memoria e le capacità cognitive della persona amata impedendole di portare a termine anche i campiti più semplici.

L’Alzheimer, inoltre, col passare del tempo diventa ingestibile e pericoloso. Per quanto un figlio si possa ostinare d’avere la forza e le capacità necessarie per poter accudire in casa il proprio genitore malato di Alzheimer o di demenza, arriva il momento in cui non può fare altro che arrendersi di fronte alla malattia e prendere quella decisione che mai avrebbe voluto prendere, ma che alla fine si rivela essere la scelta migliore per i propri cari e per se stessi.

E allora si prende una valigia e la si riempie con pochi vestiti, qualche pigiama, delle calze, poche foto ricordo, con la consapevolezza che quella valigia accompagnerà la persona amata in un viaggio senza ritorno.

Difficilmente si parla del dolore che si cela dietro questa decisione, o meglio dietro questa costrizione, quando l’assistenza domiciliare di un genitore anziano e bisognoso di cure non basta più. Quando la malattia prende il sopravvento è necessario il ricovero presso una struttura specializzata, una RSA.

Ed ecco che il nostro caro viene affidato a degli estranei volenterosi che si prenderanno cura di lui al nostro posto, che impareranno a conoscerlo e a comunicare con lui come noi non siamo più in grado di fare.

Nonostante l’infinita tristezza che accompagna questi momenti, vi è la consapevolezza di affidare il nostro genitore a mani sicure affinché possa vivere quel che gli resta nel modo più dignitoso possibile, anche se lontano da noi.

 

Redazione Terzaeta.com

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