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Istat: tra trent’anni avremo 400.000 nati e 800.000 morti. Una crisi demografica da non sottovalutare

Giancarlo Blangiardo, professore ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca, analizza e commenta gli indicatori demografici Istat sul 2017: Ci sono due aspetti da sottolineare: il primo è che la popolazione totale diminuisce perché le nascite calano drasticamente e le morti aumentano. Per la prima volta in un periodo “tranquillo” il saldo naturale è così basso (-183mila): era andata peggio di così solo due volte nel nostro Paese, nel 1917 e nel 1918, anni drammatici tra epidemia di spagnola ed effetti della prima guerra mondiale. Il secondo aspetto è che manca il ricambio generazionale, con la componente anziana della popolazione che tende ad accrescere. Gli over 65 rappresentano il 22,6%, in continua crescita rispetto al passato: ciò significa che stiamo progredendo verso un modello di Paese nel quale la presenza di persone vecchie o molto vecchie andrà ad aumentare in termini numerici, con un forte impatto su sistemi di welfare e sistemi sanitari”.

Un altro aspetto da non sottovalutare è l’aumento della mortalità del 5,1%. “Era naturale aspettarsi un aumento, alla luce di una popolazione invecchiata, ma la crescita è stata significativa (+31mila decessi rispetto al 2016). Questo – prosegue Blangiardo – può evidenziare qualche segnale di debolezza del sistema sanitario nazionale soprattutto verso i più fragili. In questo quadro anche la speranza di vita non aumenta. Dal 1974 ad oggi è sempre stata in crescita, a parte qualche “scivolone”, l’ultimo nel 2015. Nel 2017 è rimasta invariata per i maschi, con un leggero calo per le femmine. Insomma, si registra un arresto nel trend di crescita dell’aspettativa di vita che non è confortante”.

A livello generale, si può affermare che alcune tendenze si stanno consolidando. “Il problema – conclude Blangiardo – è che queste tendenze possono portare a risultati difficili da gestire e ci dovrebbe essere un messaggio di contrasto a questi andamenti. I dati ci dicono che l’invecchiamento continua, arrivano segnali preoccupanti sulla sopravvivenza della popolazione, l’aspettativa di vita non cresce. É evidente che dobbiamo gestire una crisi demografica che c’è, che è stata sottovalutata e talvolta ignorata, e se non lo facciamo il finale della storia non sarà piacevole. Se continuiamo in questa direzione nel 2047, in Italia, avremo 400.000 nati e 800.000 morti: è quello che vogliamo?”.

Giancarlo Blangiardo parteciperà al Convegno Erickson L’assistenza agli anziani” in programma al Palacongressi di Rimini il 9 e 10 marzo. Il suo intervento, dal titolo “Verso una popolazione sempre più matura: avvertenze per l’uso” è previsto venerdì 9 marzo.

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